lunedì 27 ottobre 2008

Le Profezie Hopi





Gli Indiani Hopi nelle loro profezie ci parlano del ritorno dei Kachinas attraverso l'esplosione e la comparsa momentanea di una nuova stella che emanerà una luce bianca

"Tu sentirai di un luogo di abitazione nei cieli, sopra la terra, che cadrà con grande fragore.

"Esso apparirà come una stella..I Popoli Nativi ora stanno tornando al loro modo di preparare per gli ultimi giorni...gli ultimi tempi"

Quanto segue è tratto da “ The Book of the Hopi” di Frank Waters.

Sorgere al Quinto Mondo

La fine di tutti i rituali Hopi avverrà quando un Kachina si toglierà la maschera durante una danza nella piazza davanti ai

bambini non iniziati. Per un po’ non ci saranno più rituali né fede. Allora Oraibi sarà rinnovato nella fede e nel rituale, segnando

"l’avvio di un nuovo ciclo della vita Hopi".
“ La Terza Guerra Mondiale sarà iniziata da quei popoli che per primi hanno rivelato la Luce ( La Divina Saggezza o Intelligenza ) negli altri antichi paesi ( India, Cina , Nazioni Islamiche, Africa ). Gli Stati Uniti saranno distrutti, paese e popolo, dalle bombe atomiche e dalla radioattività. Solo gli Hopi e la loro terra madre saranno preservati come una oasi in cui i profughi potranno fuggire. I rifugi contro le bombe sono un inganno”. Ci sono solamente i materialisti che tentano di costruire rifugi. Coloro che hanno la pace nel loro cuore sono già nel grande rifugio della vita. Non ci sono rifugi contro il male. Coloro che non hanno preso parte alla divisione ideologica del mondo sono pronti a riprendere la vita in un altro mondo, che siano Neri, bianchi, rossi o Gialli. Essi sono tutt’uno, fratelli.

“ La guerra sarà un conflitto spirituale combattuto con mezzi materiali. I mezzi materiali saranno distrutti dagli esseri spirituali, che rimarranno per costruire un unico mondo ed una unica nazione sottomessi ad un unico potere, quello del Creatore”.

“ Il tempo non è lontano. Esso verrà quando il Saquasohuh ( Stella Blu ) Kachina danza nella piazza e si toglie la maschera. Egli rappresenta la stella blu, lontana ed ancora invisibile, che farà presto la sua apparizione ( Alcuni portavoce Hopi suggeriscono che la Hale-Bopp sia la Stella Blu ). Il tempo è predetto da un canto cantato durante la cerimonia Wuwuchim. Esso fu cantato nel 1914 appena prima della 1a Guerra Mondiale, e nuovamente nel 1940 prima della 2a Guerra Mondiale, descriveva la disunione, la corruzione e l’odio che contaminavano i rituali Hopi, gli stessi mali che nel seguito si stavano propagando sul mondo. Lo stesso canto è stato cantato nel 1961 durante la cerimonia Wuwucim”.

“ L’Ingresso al Quinto Mondo futuro è cominciato. Lo stanno costruendo le umili popolazioni delle piccole nazioni, tribù e minoranze razziali”. Voi potete leggere questo nella Terra stessa. Le forme delle piante dei Mondi precedenti stanno cominciando ad uscire come germogli. Questo potrà originare una nuova branca della botanica se vi sarà qualcuno abbastanza saggio da studiarli ( o nello studiarli ). Lo stesso tipo di semi sono stati impiantati nel Cielo come Stelle. Lo stesso tipo di semi sono stati piantati nei nostri cuori. Tutti questi sono gli stessi, dipende solo dal vostro punto di vista. Questo è ciò che crea il Sorgere al prossimo Quinto Mondo”.

“ Questo comprende le nove più importanti profezie Hopi, connesse con la creazione dei nove mondi: i tre mondi precedenti su cui noi viviamo, il presente Quarto Mondo, i Tre Mondi futuri che noi abbiamo ancora da sperimentare, ed il Mondo di Taiowa, il Creatore, e sua nipote, Sotuknag”.

La Profezia Hopi:

Il Nono ed Ultimo Segno è in procinto di avverarsi?

Piuma Bianca, Clan dell’Orso, Tribù Hopi

Il Quarto Mondo finirà presto ed il Quinto Mondo comincerà. Questo era ovunque risaputo dagli Anziani. I segni si sono manifestati nel periodo di molti anni e pochi devono ancora manifestarsi.

Questo è il Primo Segno:

Noi eravamo informati dell’arrivo degli uomini dalla pelle bianca, simili ai Pahana (Hopi), ma che non vivevano come i Pahana. Questi uomini hanno preso la terra che non è loro ed hanno colpito i loro nemici col Tuono (fucili).

Questo è il Secondo Segno:

Le nostre terre vedranno l’arrivo di Ruote che Girano colme di Voci (carri coperti).

Questo è il Terzo Segno:

Strani animali simili al bufalo, ma con grandi lunghe corna copriranno la terra in gran numero (Bovini a corna lunghe).

Questo è il Quarto Segno:

La terra sarà attraversata da serpenti di ferro (le strade ferrate).

Questo è il Quinto Segno:

La terra sarà intersecata da gigantesche tele di ragno (linee elettriche e telefoniche).

Questo è il Sesto Segno:

La terra sarà intersecata da fiumi di pietra che creano figure nel sole ( i rilevati stradali ed il loro creare miraggi).

Questo è il Settimo Segno:

Tu sentirai di un mare diventato nero e di molti esseri viventi morti a causa sua (pozzi di petrolio).

Questo è l’Ottavo Segno:

Tu vedrai molti giovani che portano i loro capelli lunghi come quelli del nostro popolo venire ed unirsi alle tribù per imparare la nostra via e la nostra saggezza (Hippies).

E questo è il Nono ed Ultimo Segno:

Tu sentirai di un luogo di abitazione nei cieli, sopra la terra, che cadrà con grande fragore. Esso apparirà come una stella blu.

Molto presto dopo questo avvenimento, le cerimonie del popolo Hopi cesseranno.

Questi sono i Segni che la grande distruzione è arrivata:

Il mondo sussulterà su e giù . L’uomo bianco combatterà i popoli di altre terre, quelli che possiedono la prima luce della saggezza. Ci saranno molte colonne di fumo e fuoco come quelle che l’uomo bianco ha già fatto nel deserto non lontano da qui. Quelli che abitano e vivono nella terra degli Hopi saranno salvi. Allora ci sarà molto da ricostruire. E presto, molto poco dopo, i Pahana torneranno.

Essi porteranno con loro l’Aurora del Quinto Mondo. Essi pianteranno i Semi della Saggezza nei nostri Cuori. Almeno ora i semi sono stati impiantati. Questi spianeranno la via per Emergere nel Quinto Mondo.

Da Profezie del Popolo Rosso

sabato 25 ottobre 2008

LA DANZA DEL SOLE DEI SICANGU




Anpetu ki le wakan yelo.

Tokabe ya taku wa yelo.

wanble gleska wan le ya

kinyan u welo.

Anpetu ki le wakan yelo.

Tokabe ya taku tUayelo.

wanble gleska wan le ya

kinyan u welo.



Questo è un giorno sacro.

lo sono il primo parente di questo giorno.

Un' aquila pezzata dice queste parole

mentre arriva.

Questo giorno è sacro.

Sono imparentato innanzitutto con questo giorno.

Un' aquila calva dice queste parole

mentre arriva in volo.



WIWANYAG WACIPI – DANZA DEL SOLE


Nonno Caga Mato Wambli, Eagle Bear, conosciuto come Frank Fools Crow, così parlò a riguardo della Danza del sole “ è la più potente delle nostre sacre cerimonie e non si può dire di conoscere né di capire il nostro modo di vita tradizionale, senza conoscere né capire la danza del sole, il sole non è Dio ma insieme alle quattro direzioni e alla Sacra Pipa è uno strumento al servizio di Wakan tanka per il bene di tutto il mondo, ringraziamo il sole attraverso le nostre preghiere e la nostra sofferenza perché vegli sul mondo e si prenda cura di noi e continua…..le preghiere inviate sono per il bene del popolo, non solo il nostro, ma per tutti i popoli del mondo”.
Per i Lakota e altri popoli delle pianure la Danza del sole è un mezzo per elevarsi, rappresenta la più alta espressione spirituale.
Tutti partecipano alla preghiera al digiuno, alla sofferenza dei propri cari e amici che danzano e pregano ed è per questo che la nazione Lakota e tutti i popoli del mondo ricevano le benedizioni di Wakan Tanka.
Dato il fatto che ci sono alcune differenze nel modo di eseguire la danza del sole tra un popolo delle pianure ed un altro, né parlerò in forma generale senza scendere nei particolari della cerimonia.
La Danza del sole si svolge nei mesi estivi in coincidenza della luna piena, in una struttura in legno non coperta che forma un perfetto cerchio chiamato “cerchio del mistero” e dove i danzatori pregano e soffrono per quattro giorni e quattro notti.
A una certa distanza dal sacro cerchio viene adibita una cucina per le necessità dei bambini, dei vecchi e i malati durante lo svolgimento della cerimonia.
Nei luoghi d’ombra si costruiscono accampamenti dove le persone trovano un po’ di fresco e di riparo durante la notte.
All’interno del cerchio sacro esattamente al centro, viene scavata una buca e in quel punto viene piantato un albero di pioppo di circa 12, 15 metri.
L’ albero è individuato da alcuni esploratori e definitivamente scelto dal Wicasa Wakan ( uomo sacro), una giovane donna vergine con un ascia sferra quattro colpi ciascuno per le sacre direzioni, dopo di ché viene abbattuto da alcuni uomini e ripulito dei rami lasciandone soltanto sulla parte superiore.
La sofferenza dell’albero e la sua morte dopo quattro giorni, rappresentano lo spazio di tempo che vi è tra il gettare via la nostra passata ignoranza, il peccato, per ritrovare l’inizio di un nuovo ciclo vitale fatto di speranza e nuova conoscenza.
I danzatori come prima cosa si purificano più volte con il rito inipi dopo di ché vengono introdotti nel Cerchio Sacro.
I danzatori vestono soltanto di una gonnella, al collo un fischietto d’osso d’aquila e una corona di salvia sulla fronte ai polsi e alle caviglie.
Il terzo giorno di preghiera generalmente si effettua a chi lo desidera le trafitture sul proprio petto.
Sul petto del danzatore vengono fatte due incisioni pressoché parallele e vi si infila un bastoncino di legno di ciliegio delle lunghezza di circa dieci centimetri.
All’estremità dei bastoncini viene fissata una corda a forma di Y mentre l’altra estremità della corda è fissato all’albero sacro.
I danzatori avanzando e poi retrocedendo verso l' albero e con questo movimento lento ma costante fanno sì che la corda si tiri tanto ché la pelle del proprio petto si sollevi.
In un lasso di tempo di circa due ore ( il tempo può variare da danzatore a danzatore ) il danzatore si libera dalla corda lacerando la pelle del suo petto.
Sia nella preparazione che nel suo svolgimento fino alla fine delle trafitture, il danzatore viene assistito dall’intercessore della Danza del sole.
Sempre Frank Fools Crow in merito alle trafitture disse “ molti pensano che sia una cosa terribile ma i sioux appresero la danza del sole da Wakan tanka e la onorano celebrandola come ci è stato insegnato, da quando l’ uomo bianco è venuto tra noi e ci ha spiegato che Dio inviò suo figlio perché si sacrificasse, abbiamo compreso che il nostro sacrificio è simile a quello di Gesù Cristo.
Riguardo all’opinione dell’uomo bianco in merito a quello che facciamo, Gesù Cristo ebbe qualcosa di molto più terribile.
Sopportò pene e sofferenze maggiori e fu ferito anche ad un fianco.
Anche la corona di spine di Cristo si ritrova nel cerchio di salvia che i danzatori portano intorno alla testa.
Tutto anche la pelle si considera un’ offerta a Dio, da cui la pelle proviene”.
Molto spesso nella Danza del sole si celebrano anche altre cerimonie come il rito dell’ unka e della foratura delle orecchie.

LA RUOTA DI MEDICINA DEGLI INDIANI D'AMERICA



Medicina nelle varie lingue e dialetti dei nativi americani ha un significato molto vasto che vuole simboleggiare tutto quello che c’è di buono, che ha spirito, che ha cuore. Francis La Fleche, un etnologo appartenente alla tribù degli Osage-Sioux ha descritto così il potere, la “medicina” insita in tutte le cose: «Ogni essere vivente è wakan. Wakan è ogni cosa che possegga un potere, sia esso attivo come quello del vento o quello che spinge le nuvole, oppure passivo, di resistenza, di sopportazione, come quello dei ciottoli che si trovano lungo le strade. Persino il bastone o la pietra più insignificanti hanno una particolare essenza spirituale che viene immaginata come manifestazione di quel potere misterioso che penetra in ogni cosa, che informa di sé l’intero universo». Così dalle ere più antiche, il cui ricordo è nascosto tra le trame sottili del tempo, gli uomini cercarono di assicurarsi questi poteri, queste formidabili forze.
Per gli indiani delle praterie fondamentale era cercarsi un proprio spirito protettore, che si poteva manifestare durante un digiuno nel deserto o durante la meditazione sulla cima di una montagna; che poteva mostrarsi nel sonno come nella veglia, attraverso una visione o anche sotto la forma di un evento naturale.
Questi “spiriti guardiani” fornivano ai loro protetti consigli o li istruivano nella fabbricazione di “medicine” particolarmente potenti.
Secondo la tradizione degli indiani d’America, agli albori della creazione, da che Wakan Tanka, il Grande Spirito, mise mano alla creazione dell’universo, la terra fu abitata da altri esseri primogeniti, dotati di una duplice natura: quella di uomini ed animali. Dopo l’avvento degli uomini, dei secondogeniti, questi esseri leggendari, dotati della capacità di assumere forma umana a loro piacimento, si ritirarono nei boschi e nelle acque, nascosti là dove gli occhi di nessun mortale poteva scorgerli, in luoghi celati dove solo pochi uomini privilegiati potevano visitarli (una leggenda questa che riporta molto da vicino ciò che è narrato dalle leggende del Nord-Europa riguardo agli elfi, nonchè dal trattato che Paracelso scrisse sugli “esseri elementali”: il Liber de Nymphis).
Per gli Indiani delle Grandi Pianure molti erano gli oggetti sacri, tra questi disegni, canzoni, simboli cosmici, numeri, nonchè i singoli componenti delle “medicine personali”. La più sacra però tra tutte le cose, quella che rivestiva un significato di particolare importanza, era il cerchio sacro, manifestazione di tutte le forze cosmiche, come il samsara indiano od il tao cinese. A questo proposito Alce Nero ci torna utile come sempre:
“Dopo la cerimonia degli heyoka, io venni a vivere qui, dove sono adesso, tra i torrenti Wounded Knee e Grass. Altri vennero con noi, e costruimmo queste piccole case grigie di tronchi che vedete, ed esse sono quadrate. É un brutto modo di vivere, perché non ci può essere alcun potere in un quadrato. Avete osservato che tutto ciò che un indiano fa in è in un circolo, e questo perché il Potere del Mondo sempre lavora in circoli, e tutto cerca di essere rotondo. Nei tempi andati, quando eravamo un popolo forte e felice, tutto il nostro potere ci veniva dal cerchio sacro della nazione, e finché quel cerchio non fu spezzato, il popolo fiorì. L'albero fiorente era il centro vivente del cerchio, e il circolo dei quattro quadranti lo nutriva. L'est dava pace e luce, il sud dava calore, l'ovest dava la pioggia, e il nord, col suo vento freddo e potente, dava forza e resistenza. Questo sapere ci veniva dal mondo dell'aldilà, con la nostra religione. Tutto ciò che il Potere del Mondo fa, lo fa in un circolo. Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e che così sono le stelle. Il vento, quando è più potente, gira in turbini. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perché la loro religione è la stessa nostra. Il sole sorge e tramonta sempre in un circolo. La luna fa lo stesso, e tutti e due sono rotondi. Perfino le stagioni formano un grande circolo, nel loro mutamento, e sempre ritornano al punto di prima. La vita dell'uomo è un circolo, dall'infanzia all'infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove. Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre erano sempre disposte in circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi, dove il Grande Spirito voleva che noi covassimo i nostri piccoli. Ma i Wasichu ci hanno messi in queste scatole quadrate. Il nostro potere se ne è andato e stiamo morendo, perché il potere non è più in noi. Potete dare uno sguardo ai nostri ragazzi e capire come stanno le cose. Quando noi vivevamo grazie al potere del circolo nella maniera dovuta, i ragazzi diventavano uomini a dodici, tredici anni. Ma adesso ci mettono molto più tempo a maturare. Pazienza, le cose sono come sono. Noi siamo prigionieri di guerra, finché siamo quaggiù ad aspettare. Ma c'è un altro mondo...”.
Il cerchio sacro ed il suo potere sono quindi i presupposti fondamentali su cui si basa anche la “ruota di medicina”, una sorta di cerchio magico che, normalmente realizzata con delle piccole pietre o con dei ciottoli, racchiude in sè tutti i principi dell’universo e rappresenta con questi gli infiniti elementi che lo compongono. Normalmente la ruota è suddivisa in quattro quadranti (a loro volta anch’essi suddivisi), ognuno dei quali vuole rappresentare i quattro principi basilari di cui l’universo si compone (rispettivamente, partendo dal sud, acqua, terra, aria e fuoco) nonchè gli spiriti, gli animali e i punti cardinali che a questi principi sono legati: il nord, a cui è associato il colore bianco e da cui “proviene il grande vento bianco che purifica”, è il luogo dove abita il gigante Waziah; al sud è associato il colore giallo e da esso giunge l’estate ed il potere che fa crescere, qui vive il Cigno Bianco che attende alla vita di tutti i popoli dell’universo; ad ovest, dove vivono gli esseri del tuono che mandano la pioggia e dove il sole tramonta vi è il colore nero: qui abita Wakinian-Tanka, il grande Uccello del Tuono dell’Ovest, “in una capanna in cima ad un monte al confine del mondo dove il sole tramonta”; ad est vi è invece il rosso, poichè qui vive la “Stella del Mattino” per dare la saggezza agli uomini ed il suo simbolo è l’aquila, Huntka, l’animale che tutto vede. Il centro del cerchio rappresenta l’albero sacro che unisce il cielo alla terra: è “l’albero del mondo, il cui tronco - che è anche la colonna del sole, il palo del sacrificio e l’axis mundi - ergendosi dall’altare all’omphalos della terra varca la porta del mondo e ramifica sopra il tetto del mondo; come il ramo inesistente (cioè che non si è manifestato) che i parenti lassù chiamano il Superno” (K.A.Coomaraswamy, Svayamatrna: Janua Coeli, Zalmoxis).
Il giorno della nascita di ogni essere è contrassegnato da una data posizione di questa ruota: ognuno è quindi predisposto alla percezione del mondo secondo i doni ricevuti in quel momento in funzione dell’orientazione della ruota; l’individuo è difatti solo una piccola parte di un cosmo infinito ed il suo compito è la ricerca dell’equilibrio di tutto ciò che lo circonda, dell’armonia universale: è una piccola parte della ruota come la goccia lo è del mare. Proprio per il fatto di essere legato ad una posizione della ruota e con un particolare animale od oggetto, ogni indiano possiede un determinato potere ed una specifica posizione all’interno del suo popolo, della nazione e di tutto ciò che lo circonda: proprio a questo particolare potere da essi ricevuto ed allo spirito guardiano che gli è proprio, gli indiani devono il loro nome.
A uomini particolari, dotati di un grande potere, ottenuto dopo essere ritornati indietro dal mondo dei morti, è destinato lo svolgimento delle cerimonie sacre, la guarigione e la conoscenza delle tradizioni più sacre: sono questi i wìchasa wakan, gli sciamani, gli uomini di medicina: essi sono preposti a interpretare le visioni, a ricevere le indicazioni degli spiriti, a trattare le erbe e ad essere i guardiani del cerchio sacro della nazione. La ruota della medicina è quindi una immagine, il mezzo attraverso il quale si incanala il potere che lega tutte le cose che compongono l’intero universo e che rende sacro il tutto, che rende ogni cosa wakan.

La Cerimonia degli Heyoka


Gli Heyoka, i "contrari", rivestono una importantissima funzione sociale all' interno di una tribù, ma è un concetto che andrebbe esteso al mondo intero, alla vita stessa. Vengono chiamati anche pagliacci, perchè sono coloro che entrano a disturbare una cerimonia sacra. Io li ho visti nelle varie Sundance a Rosebud, e ciò che sembrava una cosa divertente all'inizio, ha invece delle spiegazioni molto profonde. La funzione di un Heyoka è principalmente quella di essere la parte opposta, la parte bilancia. Loro mettono alla prova la fede dei danzatori, cercando di distrarli, testando così la forza spirituale di un individuo. Possiamo equipararli al nostro materialismo, ad una donna che non ci fa capire più nulla, alle cose che ci circondano che ci distolgono dal Sentiero Rosso, la via giusta. Quindi se assisterete ad una cerimonia sacra, non pensate che gli Heyoka svolgano la funzione di pagliacci così tanto per far ridere la gente, loro bilanciano la vita, loro sono l'acqua per il fuoco, il tuono del cielo. Solo chi ha avuto la visione del tuono può diventare Heyoka.....
Soltanto coloro che hanno avuto visioni degli esseri del tuono dell'ovest possono fungere da heyoka. Hanno un potere sacro e ne condividono una parte con tutta la gente, ma lo fanno per mezzo di buffonerie.
Quando arriva una visione dagli esseri del tuono dell'ovest, arriva con terrore, come una tempesta di tuoni; ma quando la tempesta della visione è passata, il mondo è più verde e più felice; perchè ovunque scende sul mondo la verità della visione, è come la pioggia.
Il mondo infatti, è più felice dopo il terrore della tempesta. Ma nella cerimonia degli heyoka, tutto è alla rovescia, e viene fatto in modo che la gente si senta allegra e felice prima, così dopo al potere riesce più facile raggiungerla. Avete osservato che la verità appare in questo mondo con due facce. Una è triste di dolore, e l'altra ride; ma è la stessa faccia, rida o pianga.
Quando la gente è già disperata, forse la faccia ridente è meglio per loro; e quando si sentono troppo bene e troppo sicuri di essere protetti, forse è meglio allora che vedano la faccia piangente. E così penso che questo è lo scopo della cerimonia degli heyoka.
C'era un uomo chiamato Wachpanne (Povero) che per conto mio si occupò di questa cerimonia, perché aveva già fatto lo heyoka molte volte e ne sapeva tutto.
Prima disse a tutta la gente di radunarsi in circolo in una pianura vicino a Pine Ridge; nel centro, accanto a una tenda sacra che avevano alzata, mise una pentola d'acqua; per fare bollire quest'acqua ci buttavano dentro dei sassi roventi. Anzitutto, doveva fare un'offerta di erba aromatica all'ovest. Si sedette accanto al fuoco, con un poco d'erba aromatica nella mano, e disse: «Al giorno del Grande Spirito, a quel giorno diventato vecchio e saggio, farò un'offerta ).
Poi, mentre spargeva l'erba sul fuoco e il fumo aromatico si levava, cantò:
« Questo brucio come offerta. Guardatelo!
Una lode sacra faccio. Una lode sacra faccio.
Nazione mia, guardala con gentilezza! Il giorno del sole è stato la mia forza
Il cammino della luna sarà il mio mantello.
Una lode sacra faccio.
Una lode sacra faccio».
Poi bisognava uccidere il cane velocemente e senza fargli delle ferite, come uccide il lampo, perché il potere degli heyoka è quello del lampo. Sul fumo dell'erba aromatica venne tesa una corda di cuoio crudo per farla sacra. Poi due heyoka fecero un nodo scorsoio con la corda e lo misero al collo del cane.
Tre volte tirarono gentilmente la corda, uno di qua e l'altro di là, e la quarta volta diedero
uno strappo forte, rompendogli il collo. Poi Wachpanne strinò il cane e lo lavò bene; dopo gli tagliò via tutto, tranne la testa, la spina dorsale e la coda. Poi si allontanò dalla pentola, sei passi, uno per ciascuno dei Poteri, si voltò verso l'ovest, per offrire la testa e la spina agli esseri del tuono, poi verso il nord, l'est e il sud, poi verso lo Spirito in alto e verso la Madre Terra.
Dopo di che, sempre a sei passi di distanza, si voltò verso la pentola e disse: « In maniera sacra faccio bollire questo cane». Tre volte lo fece dondolare per aria, e la quarta volta lo gettò dentro in modo che cadesse di testa nell'acqua bollente. Poi prese il cuore del cane e fece col cuore quello che aveva già fatto con la testa e la spina dorsale.
Nel frattempo, trenta heyoka, uno per ogni giorno di una luna, facevano delle buffonerie tra la gente, per rallegrarla. Erano tutti vestiti e dipinti in un modo così buffo che chiunque li vedesse doveva ridere. Un Fianco e io eravamo pagliacci compagni. Avevamo tutto il corpo dipinto di rosso con strisce di lampo nero. Ci eravamo fatti radere i capelli della metà destra della testa, e portavamo lunghi i capelli della metà sinistra. Questo sembrava molto buffo, ma aveva un senso; perché quando guardavamo dalla parte verso la quale si guarda sempre (il sud), la parte rasata della testa rimaneva verso ovest, e ciò dimostrava che eravamo umili davanti agli esseri del tuono che ci avevano dato potere. Ognuno di noi portava un arco molto lungo, così lungo che nessuno poteva usarlo, e inoltre era tutto storto. Anche le frecce che portavamo erano molto lunghe e molto storte, e così sembrava una follia portarle.
Montavamo su cavalli sauri con strisce di lampo nero dappertutto, perché dovevamo rappresentare i due uomini della mia visione dei cani.
Wachpanne entrò nella tenda sacra, e cantò questo canto sugli heyoka:
« Questi sono sacri, questi sono sacri, essi hanno detto,
essi hanno detto questi sono sacri, essi hanno detto».
Dodici volte cantò questo, una per ciascuna delle lune. Dopo, mentre la pentola bolliva,- Un Fianco e io, a cavallo sui nostri sauri dipinti, ci rivolgemmo verso l'ovest e cantammo:
« In maniera sacra essi hanno mandato voci.
La metà dell'universo ha mandato voci.
In maniera sacra essi vi hanno mandato voci ».
Anche mentre cantavamo questo, gli heyoka facevano buffonate e provocavano le risate. Per esempio, due heyoka coi loro lunghi archi storti e le frecce dipinte in modo buffo, si avvicinavano a una piccola pozzanghera d'acqua. Facevano finta che fosse un fiume largo e profondo che essi dovevano attraversare;
così, con i gesti, ma senza dire nulla, decidevano prima di vedere quanto fosse profondo il fiume. Prendevano le loro lunghe frecce storte, e le immergevano nell'acqua, ma non di punta, bensì per lungo, in modo che tutta la freccia ne uscisse bagnata. Poi mettevano le frecce una sopra l'altra, verticalmente, e facevano vedere che l'acqua era profonda, anzi arrivava fin sopra la loro testa; e così si accingevano a nuotare.
Uno di loro si tuffava nella pozzanghera, a capofitto, e con la faccia nel fango si dibatteva follemente nell'acqua, come se stesse per annegare. Poi l'altro si tuffava anche lui, per salvare il suo compagno, e facevano molte altre cose buffe nell'acqua perché la gente ridesse.
Quando Un Fianco e io finimmo di cantare all'ovest, ci voltammo verso la pentola, dove bollivano il cuore e la testa del cane; Con frecce dalla punta molto aguzza, ci lanciammo al galoppo contro la pentola.
Dovevamo passarci accanto, e io prendere la testa con la mia freccia, e Un Fianco il cuore, perché rappresentavamo i due uomini che avevo visti nella visione. Fatto questo, tutti gli heyoka ci diedero la caccia, cercando di strapparci un pezzo di carne, e la gente si precipitò verso la pentola, per procurarsi un pezzo di quella carne sacra. Anche un pezzettino faceva molto bene, perché ormai c'era dentro il potere dell'ovest.
Era come dare alla gente una medicina, per farla più felice e più forte. Finita la cerimonia, tutti si sentivano molto meglio di prima, perché era stata una giornata di divertimento.
Ora erano tutti in grado di vedere, meglio di prima, come era verde il mondo, come era ampio il giorno sacro, i colori della terra, e di fissarsi queste cose nella mente.
I Sei Avi hanno messo in questo mondo molte cose, e tutte dovrebbero essere felici. Ogni piccola cosa è stata mandata con uno scopo, e in quella cosa ci dovrebbe essere la felicità e il potere di rendere felice. Come le erbe che si mostrano a vicenda i teneri visi, così dovremmo fare noi, perché questo fu il desiderio degli Avi del Mondo..

IL CICLO PRIMAVERILE DEI LAKOTA


Le Black Hills ,o Paha Sapa in lingua Lakota, sono un’area geografica di estrema bellezza situata tra gli stati del Sud Dakota e del Wyoming , rappresentano sicuramente il luogo più sacro per le nazioni delle praterie,ed i Lakota guardano a loro come il centro della loro Terra. Al loro interno si trova la caverna dalla quale, secondo uno dei miti della Creazione Lakota, il popolo dei Sette Fuochi emerse sulla faccia della terra: Wakama Ognaka Icante( il Cuore di tutto cio’che esiste), l’ombelico del mondo Lakota. Come testimoniano i dati raccolti negli anni ottanta dallo studioso Ronald Goodman della Sinte Gleska University di Rosebud, tra glianziani delle riserve di Rosebud e di Pine Ridge, anticamente i Lakota collegavano alcune costellazioni a luoghi precisi che fanno parte dell’area delle Paha Sapa. Tali collegamenti costituivano i passaggi di un ciclo rituale annuale della durata di tre mesi(dall’equinozio di primavera al solstizio d’inverno) culminante nel rito collettivo della Danza del Sole . Questo ciclo rituale era un qualcosa di estrema importanza per la concezione lakota del mondo, quello della contemplazione tra cielo e terra. Il ciclo rituale, compiuto da un gruppo di devoti scelti fra tutte le bande lakota, faceva coincidere i propri spostamenti sulla terra con gli spostamenti compiuti dal sole nel cielo: realizzando così la credenza di Albert White Hat un anziano di Rosebud ( ciò che è nei cieli è sulla Terra, e ciò che è sulla Terra è nei cieli).
Il ciclo aveva inizio verso la fine dell’inverno , quando le bande vaganti nella prateria erano accampate in Sud Dakota e in Nebraska. Era questo il momento di raccogliere la salvia, quando il sole si trovava in corrispondenza della costellazione detta Cansasa Ipsuye ( corteccia di salice secca). Come fa notare Goodman nel linguaggio degli uomini sacri questo termine indicava il cucchiaio di legno utilizzato per raccogliere dal fuoco i tizzoni ardenti con i quali accendere la Pipa: la fine dell’inverno corrispondeva quindi all’inizio dell’anno cerimoniale e all’accensione della Pipa cosmica, rispecchiata sulla terra dalla cerimonia della Pipa tra i Lakota. Era in questo modo che l’intera Creazione celebrava IL RITORNO PRIMAVERILE ALLA VITA.
Il secondo ciclo era detto Yate Iwakicipi( Salutare il ritorno dei Tuoni) e si svolgeva nel primo periodo primaverile . I devoti si trasferivano su Harney Peak , la cima più alta delle Black Hills ,la sede degli Esseri del Tuono (Wakinyan) , mentre il sole si trovava in corrispondenza delle Pleiadi , chiamate dai Lakota Wicincala Sakowin,(Sette Piccole Ragazze). “La leggenda narra che un giorno una banda Lakota si trovasse accampata in prossimità di Ghost Butte. Ogni giorno un’aquila rossa scendeva dal cielo, rapiva una giovane e la portava sulla cima della montagna per ucciderla .Il settimo giorno, Stella Caduta , figura mitica portatrice di luce e consapevolezza , arrivò in soccorso dei Lakota uccidendo l’aquila e ponendo in cielo le sette ragazze rapite. Fu così che da quel giorno si diede origine alla costellazione delle Pleiadi”.
A metà maggio il gruppo di devoti si spostava nel centro spirituale delle Paha Sapa , una collina spoglia chiamata PeSla ( Reynolds Praire sulle cartine americane odierne), quando il sole faceva ingresso nella costellazione detta Pista di Corsa (Ki Inyanka Ocanku) o Cerchio Sacro ( Cangleska Wakan) .La leggenda legata a questa costellazione narra della gara di corsa che gli animali a quattro zampe indissero un giorno contro gli animali a due zampe intorno alle Colline Nere, delimitandone così i confini naturali e causando così l’originarsi della valle di terra rossa che tuttora ne definisce la forma. Qui si compiva la cerimonia chiamata Salutare il Ritorno in Pace di tutta la Vita ( Okislataya Wowahwala). In questa cerimonia si versava l’acqua sul terreno per offrire da bere alle piante, si davano lingue di bisonte in pasto agli animali carnivori e si spargevano semi per gli uccelli. Anche i gruppi di Lakota che in quel periodo si trovavano lontani dalle Black Hills eseguivano riti analoghi , pregando e digiunando , ponendosi così in sintonia con il pieno ritorno della vita, e preparandosi così per la grande celebrazione della Danza del Sole.
Questa cerimonia ha visto una riedizione dei giorni nostri nel giugno 1995, quando un gruppo di Lakota a cavallo furono guidati dall’attuale custode della Pipa della nazione Lakota, Arvol Looking Horse, eseguendola durante una delle tappe della marcia commemorativa e di preghiera verso il luogo dove avvenne la battaglia del Little Big Horn.
Devil’s Tower , situata nello Wyoming sudorientale è una conformazione di roccia rossa ed ha un aspetto particolare , riveste una certa importanza tra i Lakota , questa montagna sacra si erge solitaria in un panorama quasi completamente piatto di praterie e macchie di pini. Era qui a La Casa dell’Orso (Mato Tipila Paha ) che avveniva la Danza del Sole , ed era qui che nei tempi antichi che tutte le bande Lakota si davano appuntamento nell’estate per partecipare alla più grande celebrazione religiosa, politica e sociale della loro nazione. Secondo i Lakota , Mato Tipila Paha è collegata all’omonima costellazione.
Durante il ciclo rituale appena descritto il nome di tre luoghi geografici mutava :Mato Tipila Paha diveniva Pte He Gi (Corno del Bisonte Grigio); Inyan Kaga , una collina nella parte occidentale delle Black Hills , dove i devoti raccoglievano pietre da utilizzare nelle capanne sudatorie della Danza del Sole diventava Pte Sa Sapa ( Corno del Bisonte Nero); Bear Butte ,infine , ( il luogo dove la tribù intera si recava dopo la Danza del Sole per tenere il consiglio generale e trattare i grandi temi di interesse comune ) diventava Pte Pute Ya , “il Naso del Bisonte”. Questi tre siti venivano così a formare un triangolo geografico “spiritualmente vivo”.
Per quanto riguarda la determinazione della data intorno a cui i Lakota migrarono nelle pianure settentrionali del continente , questo ciclo rituale depone decisamente a favore della tradizione Lakota . Goodman , infatti basandosi su precisi calcoli astronomici , afferma che l’origine delle costellazioni Lakota collegate a particolari conformazioni rocciose delle Black Hills e probabilmente se ne deduce anche l’origine della Danza del Sole come punto culminante di tale ciclo cerimoniale annuale , non possono calcolarsi a meno di 2800 anni fa ( precisamente tra il 1616 e l’896 a.c.).
Goodman effettua un calcolo relativo alla posizione del sole ai giorni nostri e confrontandola con quella attribuita all’astro nei rituali legati alle Black Hills , trova una certa differenza rispetto alla posizione del sole considerata nei miti Lakota. Calcolando lo spostamento del sole , e moltiplicando gli anni terrestri con i gradi , ottiene un risultato di 3600 anni (1616a.c.) come data di origine nei concetti Lakota che legano quelle costellazioni ad alcuni siti nelle Black Hills. Approssimando i gradi terrestri ottiene una data che corrisponde all’896 a.c. Questa data si scontra pesantemente con gli antropologi che concedono non più di tre-quattrocento anni di età alla Danza del Sole. Ma Frank Fools Crow, ( scomparso da pochi anni) uno dei più grandi leader Lakota degli ultimi tempi , affermava : so che la maggior parte degli studiosi non indiani non sarà d’accordo con questa data della venuta di Donna Bisonte Bianco, dato che essi dicono che i Sioux e la Pipa giunsero sulle pianure appena dopo l’anno 1700 d.c .Ma da ragazzo mi venne insegnato, e mi è stato confermatoin visione , che piccole spedizioni di caccia effettuavano viaggi verso ovest fino ad arrivare addirittura sulle Montagne Rocciose molto tempo prima che l’intera nostra nazione migrasse nella terra del bisonte , e che fu durante uno di questi viaggi che la Sacra Pipa Bisonte Bianco e le istruzioni per il suo utilizzo durante le preghiere ci vennero date . Le sette cerimonie sacre tribali che prevedono l’uso della Pipa ci vennero date e furono praticate dopo che l’intera nazione Sioux si fu trasferita sulle pianure , e, molti, molti anni dopo la prima apparizione di Donna Bisonte Bianco.

FORARE LE ORECCHIE


Questa antica usanza veniva e in forma piu ridotta viene praticata dai Lakota, per dimostrare che s’intende vivere secondo le usanze, le tradizioni, le leggi Lakota, e che difenderanno il proprio popolo in qualsiasi circostanza.
Qualsiasi Lakota puo farsi forare le orecchie, uomini donne e bambini e proprio questi ultimi venivano abitualmente sottoposti alla foratura dai propri genitori.
Era abitudine,forare le orecchie ai bambini che erano nati nel periodo della precedente Danza del sole mentre si celebrava la Danza del sole corrente,anche se chiunque poteva farlo in qualsiasi momento.
Solitamente l’operazione della foratura veniva eseguita da un “uomo sacro”tramite un rito appropriato mentre ricordava al bambino di vivere secondo le usanze Lakota.
Se colui che forava le orecchie al bambino voleva attribuirgli un nuovo nome,poteva farlo,ma da quel momento diveniva il suo padrino.
Chi invece decideva di far forare le orecchie al bambino,diveniva responsabile del bambino stesso, occupandosi che il piccolo vivesse secondo le usanze Lakota.
Per forare le orecchie il bambino veniva posto su un letto di salvia e sotto le sue orecchie deposti due ceppi uno per parte,poi dopo aver pronunciato un discorso e delle preghiere gli venivano forate con un coltello o una lesina.
Possono essere fatti più fori,grandi o piccoli,ma comunque della stessa numerazione in entrambe le orecchie.
Per impedire che i fori si richiudessero,venivano introdotti dei pezzi di tendine o di pelle conciata,che di tanto intanto venivano mossi.
Il diritto di essere sottoposto alla foratura,viene dichiarato da un “uomo sacro”o dal consiglio tribale.
Chi ha le orecchie forate ha il rispetto del popolo,purché non cada in disgrazia a causa del proprio comportamento.

HUNKAPI


Il rito dell’ Unka chiamato anche rito dell’imparentamento o legame di sangue, stabilisce tra due persone che lo desiderano, un vero e proprio rapporto di parentela a tutti gli effetti.
Questo rito può avvenire tra due persone anche non appartenenti alla stessa tribù o addirittura alla stessa nazione.
Questa cerimonia fa parte dei sette sacri riti Lakota e venne introdotta dall’ Uomo Sacro lakota “ragazzo orso”.
Solitamente si celebra questa cerimonia in ricordo di persone care scomparse e frequentemente anche se non è una regola precisa, la persona che viene scelta per il legame ricorda per il suo carattere, i suoi modi o per il suo aspetto la persona scomparsa,questo in onore della persona cara perduta e per alleviare il dolore dei propri cari ancora in vita.
Il rito prevede come prima cosa l’ inipi (capanna sudatoria), mentre le donne preparano abiti,oggetti e decorazioni di vario genere che in parte verranno donati durante la cerimonia.
La cerimonia prevede canzoni, preghiere e suoni di tamburi molto particolari.
Si inizia nell’applicare una stoffa bianca tra due pali e ciò sta ad indicare che il parente scomparso è nel mondo spirituale, poi occorre avere una zucca che come impugnatura ha montata una pannocchia di mais, e un bastone che alla sua estremità abbia delle crine di cavallo.
Questi oggetti vengono poi agitati durante la cerimonia con fervore da tutti i presenti mentre i danzatori in una appropriata canzone che viene ripetuta quattro volte, si muovono da ovest verso nord,da est verso sud completando un cerchio completo nel loro movimento.
Sempre a ritmo di tamburo le due persone che si stanno unendo in parentela vengono toccate dalle crine di cavallo mentre il movimento delle zucche si sintonizza con il ritmo dei tamburi.
L’Uomo Sacro benedice le due persone offrendo loro acqua e cibo;il rappresentante della famiglia che vuole adottare la persona scelta gli offre del cibo e lui fa la stessa cosa nei suoi confronti.
In questo momento di preghiera canti e partecipazione collettiva ,benedetti dall’ Uomo Sacro e da Wakan Tanka i due partecipanti alla cerimonia sono uniti per sempre.
È importante sottolineare, che l’unione tra i due avviene anche spiritualmente e quando un giorno lasceranno questo mondo saranno legati ugualmente in quello spirituale.
La cerimonia si conclude con un grande banchetto di cibo offerto dalla famiglia che ha adottato il nuovo membro della famiglia per poi concludersi con uno scambio di doni reciproco tra tutti i partecipanti in segno di generosità.

LA DANZA DEGLI SPETTRI


Del popolo rosso non restava più nulla. La grande nazione era stata massacrata, umiliata e deportata nelle riserve, ma altra fame, altre menzogne, altre promesse e altre umiliazioni aspettavano gli uomini che si erano arresi alle cosiddette Agenzie Indiane all’interno delle riserve.
Dopo l’uccisione di Cavallo Pazzo e il ritorno forzato di Toro Seduto con la sua tribù nella riserva di Standing Rock, la civiltà bianca e religiosa ora li costringeva ad una grande trasformazione del loro stile di vita, da grandi cacciatori e grandi guerrieri a essere solo dei poveri contadini. Questi uomini, la grande Nazione non esisteva più, non aveva più nulla, solo miseria e fame.
La civiltà dei bianchi, oltre ad aver sconfitto il popolo rosso, era riuscita a mettere indiano contro indiano attraverso trattati mai rispettati e a gelosie interne e le Agenzie ne erano l’esempio lampante. Lo stesso Toro Seduto con amarezza constatava:
“ Il solo indiano rimasto sono io.”
Fu il 1° gennaio del 1889 durante un eclisse “ in cui il sole morì”, che un giovane stregone Paiute della riserva di Pyramid Lake nel Nevada Occidentale, che si chiamava Wo-vo-Ka, dichiarò di essere stato in sogno dal Grande Spirito e che il Grande Spirito gli avrebbe detto:
“ Tornerà un nuovo Messia sulla terra non sarà bianco perché i bianchi lo hanno rinnegato e ucciso, ma sarà indiano.”
Il nuovo Messia sarebbe arrivato dall’Ovest con tutte le Nazioni degli Indiani morti, con bisonti e cavalli e vivi e morti si sarebbero riuniti per dare vita ad un nuovo mondo.
Inoltre il Grande Spirito gli aveva dato ordine di insegnare agli indiani di amarsi l’uno con l’altro e a celebrare la Gost Danze, cioè la danza degli spettri.
L’annuncio di Wo-vo-ka non ebbe grande presa nei Paiute, ma si diffuse a macchia d’olio nelle Praterie. Impressionò i Sioux, i Cheyenne, i Kiowa e gli Arapaho. Furono mandati degli emissari, tra cui due grandi capi dei Sioux, Short Bull e Kicking Bear ad incontrare Wo-vo-ka. Furono propri gli emissari ad insegnare agli indiani la danza degli spettri, la nuova religione e spiritualità. Kicking Bear dichiarò di essere stato in cielo dal Grande Spirito che gli aveva detto:
“ Io coprirò la terra con un nuovo sole, sotto il quale tutti i bianchi verranno sepolti. La rivestirò di un’erba dolce, di acque limpide e di alberi; mandrie di bisonti e di cavalli la percorreranno…Mentre rinnoverò il mondo, i miei figli rossi che danzeranno e pregheranno verranno chiamati tra gli spiriti…Essi non hanno nulla da temere dai bianchi, poiché farò sì che la loro polvere non si accenda…E se un uomo rosso muore per mano di un bianco, egli sarà accolto nel regno degli spiriti e ritornerà la primavera seguente…”.
Durante la danza la gente cadeva in trance e vedeva i propri familiari defunti. Per gli indiani ogni preghiera che otteneva risultati spirituali era una buona preghiera e quindi sia i più scettici che coloro che non credevano al potere della nuova religione provavano almeno una volta a danzare.
Lo stesso Toro seduto disse:
“ E’ impossibile che un morto torni a vivere,”
ma lasciò libera la sua tribù di parteciparvi ed anche lui stesso vi partecipò piangendo sua figlia morta.
Tutti, e ovunque, gli indiani incominciarono a danzare e ad amarsi.
La particolarità dei danzatori era quella di indossare indumenti sacri ( chiamati dai bianchi – casacche degli spettri -) che erano dipinti con raffigurazioni del sole, della luna, delle stelle, dell’aquila, della gazza e del bisonte, ma soprattutto erano a prova di proiettile. La danza degli spettri era una variante della danza del sole. Dopo essersi purificati nelle capanne sudatorie, uomini e donne si tenevano per mano e si disponevano in uno o più ampi cerchi che ruotavano intorno all’albero sacro, allargandosi e stringendosi a seconda che i danzatori si allontanavano o si avvicinavano al centro. Veniva eseguita di notte e le forme ricoperte dai drappi bianchi alla luce del fuoco acceso prendevano l’aspetto di fantasmi. Una volta terminata la danza tutti fumavano la grande pipa e ascoltavano le parole dell’uomo medicina.
La danza degli spettri ebbe l’onore di ridare un po’ di dignità a quel popolo che aveva perso tutto, dapprima la stampa, poi il governo, le agenzie indiane e infine anche l’esercitò, pensarono che gli indiani si preparavano ad una nuova guerra, ipotesi assolutamente non vera.
La danza degli spettri da lì a pochi mesi si sarebbe esaurita da sola. Era una danza innocua, pacifica.
Il popolo rosso, gli indiani sapevano benissimo che la grande Nazione non esisteva più, non avevano più nulla, erano di un’inferiorità numerica spaventosa e non avevano nessun desiderio di scatenare una guerra.
I bianchi invece la presero subito a pretesto e ignobilmente vollero dapprima imprigionare Toro Seduto con l’aiuto di Pecos Bill ma non riuscendovi lo fecero uccidere dagli uomini dell’agenzia. Dopo alcuni giorni ci fu il massacro di Wounded Knee, dove vennero trucidati e uccisi donne, anziani e bambini.
Con l’appoggio della chiesa le cerimonie e tutte le danze del popolo rosso furono proibite.
I bambini vennero sradicati e portati via con la forza ai genitori e messi in squallidi collegi religiosi dei bianchi, dove gli veniva proibito di parlare la loro lingua, dove venivano seviziati, maltrattati, offesi, umiliati, fatti morire di fame e stenti e soprattutto insegnandoli a vergognarsi di essere nati indiani.
Tutto questo avveniva con la benedizione del governo americano e della chiesa cristiana.
( Alcuni studiosi, ci dicono che la danza degli spettri o qualcosa di simile veniva praticata in alcune tribù Apache, già prima di quel famoso 1° gennaio 1889 ).

Fonte: Jean Pictet – la grande storia degli indiani d’america – Edizioni Mondatori.

Stanley Vestal – Toro Seduto – Edizioni Mursia.

lunedì 13 ottobre 2008

da "Sentiero Pellerossa"


Provocare la vostra anima è sbagliato.
Puo' darsi che ogni tanto abbiate fallito, e allora?
Allora era allora, e adesso è adesso.
Smettetela di accusarvi e siate la persona nuova che siete adesso.
Sbagliare fa parte della crescita.
Nessuno è perfetto, e quando fate qualcosa in modo imperfetto traetene una lezione. Convincetevi di essere in grado di imparare, convincetevi che siete in grado di fare il meglio.
Cercate sempre modi migliori per vivere con gli altri e con voi stessi.

giovedì 2 ottobre 2008

L'Anima - Preghiera Sioux


Il corpo muore.
Il corpo è semplicemente ciò che l'anima
materialmente possiede.
E' il suo involucro.
L'anima prosegue la sua vita.

mercoledì 20 agosto 2008

Libertà

Quand’ero aquila volavo
negli immensi spazi
libero e possente.
Quand’ero aquila dominavo
con mille evoluzioni
il cielo intero.
Quand’ero aquila respiravo
il vento che mi accarezzava.
Quand’ero aquila scrutavo
l’ impercettibile movimento
per farne preda.
Quand’ero aquila un tuono
senza nuvole esplose ed
un melograno scarlatto
seminò i suoi chicchi.
Quand’ero aquila
precipitavo guardando
il cielo che mi lasciava.

Apache Geronimo

Sono nato libero come il vento
che le attraversa le mie praterie,
sono cresciuto imparando dai
padri a cacciare il giusto.
La foresta era la nostra casa
con il cielo di stelle.
Nostra madre ci nutriva
d’amore e di saggezza.
Poi sei arrivato tu uomo
pallido, con le tue promesse,
con il tuo veleno di fuoco e
con la tua fede, hai comprato
i nostri confini e siamo rimasti
senza terra con la Bibbia in mano,
ora muoio dietro un filo spinato
ma il mio cuore corre, corre
come il vento sulle mie praterie.

sabato 16 agosto 2008

oroscopo indiani d'America


22 dicembre 19 gennaio

Oca Polare

Splendido uccello bianco, con le ali dalle punte nere, chi e’ nato sotto il segno dell’ Oca Polare ha la capacita’ di superare i confini e i limiti imposti, pur essendo una persona metodica e precisa.E’ una persona dal carattere complesso: apparentemente sicura e propensa ai lavori importanti, aspira a dare senso e "casa" al suo bisogno di intimita’ e di tranquillita’. Difatti e’ nella famiglia che riesce sapientemente a dosare razionalita’ e tenerezza. Ha un carattere tutto d’un pezzo, molto deciso, capace di portare sempre a termine i suoi progetti. Ha una fiducia illimitata nelle proprie capacita’, che porta a realizzare l’impossibile. In amore l’Oca Polare e’ suscettibile nei confronti del patner.


20 gennaio 18 febbraio

Lontra

Ha la capacita’ di emettere dei suoni e dei versi percettibili a diverse miglia di distanza. I nati sotto il segno della Lontra sono comunicativi, impulsivi, euforici, "esagerati" in tutto anche nella sincerità. Informatissimi, sono tipi piacevoli, vivaci, sempre attenti a cogliere la moda del momento. Dotati di buon carattere, ben disposti con gli sta vicino. In Amore la lontra deve badare a una certa incostanza dovuta al fatto che usando il suo fascino vuole cogliere ogni occasione d’amore. E’ per i rapporti sentimentali poco complicati. Giocherellona divertente e serena, la lontra usa allegramente il suo eros. Dotata di una bellezza duttile, di un magnetismo solare.


19 febbraio 20 marzo

Puma

Come il Puma, felino d’alta montagna, i nativi del segno più che amare la solitudine per poterla riempire con molteplici interessi, prediligono tutto ciò che è indipendenza e versatilità. Il Puma è una persona fantastica a cui piace attirare su di sé l’attenzione degli altri. Ama ciò che è nuovo, l’arte l’affascina, ha una intelligenza rapida nel catturare le situazioni. Dotato di molta fantasia ha un temperamento concreto. Deve fare molta attenzione nella scelta della propria attività, perché si applica bene solo a quello che lo interessa e lo entusiasma veramente. In amore il Puma ha sempre molto da dire: fondamentalmente è un tipo fedele, anche se questo non vuol dire che eviti le avventure. Ha una bellezza "notturna" ma di una notte in cui tutte le nubi sono state spazzate via, una bellezza che brilla nel mistero degli occhi o che incanta per come penetra sensazioni, nel contempo, malinconia e avventura.


21 marzo 19 aprile

Falco Rosso

Il Falco Rosso è il segno che simboleggia le grandi avventure del coraggio. I nati sotto il segno del Falco Rosso sono ostinati, testardi. Amano poco i compromessi e possono apparire come una persona scomoda, ma non se ne cura molto, prosegue il suo volo verso le vette sempre più alte. Nel lavoro si applica molto e vuole arrivare ad ogni costo: l’unico rischio è uno stress eccessivo. Non sono attratti dalle persone troppo romantiche e sognatrici. Mirano al sodo perciò il loro eros concreto ha sollecitazioni positive con patners che concedono poco ai sentimentalismi. Dotati di bellezza visibile, da diventare in alcuni casi, metafora dell’ovvio e, in altri casi, simbolo di sorpresa.


20 aprile 20 maggio

Castoro

Il Castoro fa in modo che l’ambiente in cui vive sia adeguato alle sue esigenze.Il Castoro è sistematico e perseverante, buono per svolgere un lavoro un po’ metodico e uniforme, non lascia nulla al caso e non si lascia prendere la mano dalla fretta di arrivare. Chi lo conosce superficialmente, lo prende per un tipo flemmatico e molto riservato. Non è così: si tratta del suo modo intelligente di valutare le situazioni, senza lasciar trapelare la sensazioni più intime. La sua grande virtù è la tenacia, che rasenta spesso la cocciutaggine, ma con la quale riuscirà sempre ad arrivare alla meta prefissata.Grandi pregi sono la sua grazia innata, la tenerezza e la grande sensibilità. Romantico e sensibile e sincero in amore, è un partner che riesce a soddisfare in ogni senso chi le sta accanto. Possiede una bellezza florida, ma con tratti anche delicati, buona stagione in cui tutto è fresco e chiaro.


21 maggio 20 giugno

Cervo

Il Cervo, simboleggia la curiosita’, l’intelligenza. Chi è nato sotto il segno del Cervo e’ una persona dinamica, sempre in movimento, non si ferma un attimo. E’ portata a vivere sempre nel presente, ha bisogno di spazio, di aria, di movimento. Ama la vita a contatto con gli altri, gli scambi con la gente. Dotati di una grande carica sessuale, qualita’ che unita alla sua esuberanza, fara’ di loro una persona molto attraente.Il suo eros impulsivo e vivace dona brio e senso ai suoi rapporti. Se chiedere ad un appartenente al segno del Cervo il suo schema di bellezza, vi descrivera’ il volo di un’aquila, che vola alto, verso la cima.


21 giugno 22 luglio

Picchio

Il Picchio simboleggia il ritmo del cuore, lo scorrere della vita. La persona nata sotto il segno del Picchio e’ molto emotiva , vulnerabile, ama la contemplazione e il silenzio. Il Picchio ama i lavori in cui riesce ad emergere con le sue doti organizzative e intuitive. E’ a volte discontinua nelle sue energie. Nel rapporto di coppia alterna slanci di partecipazione a momenti di indifferenza. Dotata di grande fascino, il Picchio sara’ splendida in maturita’.


23 luglio 22 agosto

Storione

Lo Storione re delle acque e’ l’animale che rappresenta, per i Pellerossa, la forza delle emozioni. La persona nata sotto lo Storione e’ apparentemente estroversa, ha bisogno di continui stimoli e si fa notare per la sua vivacissima curiosita’ e per la puntuale presenza in primo piano. Detesta la ruotine, ama le novita’ In amore tende all’immobilismo, rischiando così di non conoscere le altre sfaccettarure dei rapporti. La persona Storione e’ dotata di una bellezza straordinaria, e quindi di molto fascino.


23 agosto 22 settembre

Orso

L’Orso Bruno e’ il terzo dei segni che rappresentano nella cultura dei Pellerossa l’equilibrio e la serenita’. La donna Orso Bruno e’ dotata di un forte senso pratico, che la rende capace di intuire cio’ che e’ meglio fare. Portata per i lavori dove l’impegno e la costanza siano fondamentali, ha grandi intuizioni anche verso le persone che incontra, scoprendo a volte, da un semplkice gesto, il loro percorso di vita. In amore ama le cose semplici, senza coinvolgimenti totali oeccessivi, per questo evita i rapporti troppo conflittuali, le persone problematiche, le situazioni poco chiare. Esprimera’ il meglio del suo fascino in maturita’.


23 settembre 23 ottobre

Corvo

E’ il segno dell’ottimismo, dell’ebbrezza, il momento in cui si riflette sulle proprie potenzialita’. La squaw del Corvo cerca il difficile equilibrio tra i due temperamenti opposti, uno delicato e sensibile, l’altro esuberante,che la porta ad avere scambi continui con l’ambiente che la circonda. Tende quindi a fasi alterne verso un comportamento che a volta risulta schivo e scostante e a volte spontaneo ed aperto. L’ideale della donna Corvo e’ "che la soluzione accontenti tutti". In amore, specie nella prima parte della sua vita, tutto ha uno slancio , poi subentra una seconda fase, in cui tutto viene ben vagliato, le emozioni contenute, e vissute con molta profondita’.


24 ottobre 21 novembre

Serpente

Il segno del Serpente e’ il segno di grande sensibilita’ senza dimenticqare che per gli Indiani, questo animale e’ il generatore della vita terrestre. La persona di questo segno ha una fervida immaginazione, perseveranza e mette in evidenza le proprie doti di persona capace di realizzare imprese complesse. Non lascia nulla al caso, medita prima di agire e, fedele all’ obiettivo, tende al risultato finale.In amore, la persona Serpente, e’ passionale e sensuale che, unita ad una affettuosita’ diffusa, la rendono affascinante ed irresistibile. Vive i suoi rapporti d’amore come una continua luna di miele.


22 novembre 21 dicembre

Alce

Il re della famiglia dei cervi e’ l’animale simbolo del segno della Dodicesima Luna, quando il tempo delle Lunghe Nevi e del Clan dell’Uccello di Fuoco fanno si che la riflessione della Grande Notte possa coesistere con l’entusiasmo del Grande Coraggio. L' Alce e’ espansiva, dinamica. Le piace molto viaggiare, visitare luoghi poco frequentati dal turismo di massa, scoprire i costumi insoliti. Vive storie d’amore insente e a volte brevi. La sua bellezza è come il Tempo di Mudjekewis, la stagione del riposo, al culmine della propria ampiezza ha un che di immenso e distensivo.