sabato 25 ottobre 2008

La Cerimonia degli Heyoka


Gli Heyoka, i "contrari", rivestono una importantissima funzione sociale all' interno di una tribù, ma è un concetto che andrebbe esteso al mondo intero, alla vita stessa. Vengono chiamati anche pagliacci, perchè sono coloro che entrano a disturbare una cerimonia sacra. Io li ho visti nelle varie Sundance a Rosebud, e ciò che sembrava una cosa divertente all'inizio, ha invece delle spiegazioni molto profonde. La funzione di un Heyoka è principalmente quella di essere la parte opposta, la parte bilancia. Loro mettono alla prova la fede dei danzatori, cercando di distrarli, testando così la forza spirituale di un individuo. Possiamo equipararli al nostro materialismo, ad una donna che non ci fa capire più nulla, alle cose che ci circondano che ci distolgono dal Sentiero Rosso, la via giusta. Quindi se assisterete ad una cerimonia sacra, non pensate che gli Heyoka svolgano la funzione di pagliacci così tanto per far ridere la gente, loro bilanciano la vita, loro sono l'acqua per il fuoco, il tuono del cielo. Solo chi ha avuto la visione del tuono può diventare Heyoka.....
Soltanto coloro che hanno avuto visioni degli esseri del tuono dell'ovest possono fungere da heyoka. Hanno un potere sacro e ne condividono una parte con tutta la gente, ma lo fanno per mezzo di buffonerie.
Quando arriva una visione dagli esseri del tuono dell'ovest, arriva con terrore, come una tempesta di tuoni; ma quando la tempesta della visione è passata, il mondo è più verde e più felice; perchè ovunque scende sul mondo la verità della visione, è come la pioggia.
Il mondo infatti, è più felice dopo il terrore della tempesta. Ma nella cerimonia degli heyoka, tutto è alla rovescia, e viene fatto in modo che la gente si senta allegra e felice prima, così dopo al potere riesce più facile raggiungerla. Avete osservato che la verità appare in questo mondo con due facce. Una è triste di dolore, e l'altra ride; ma è la stessa faccia, rida o pianga.
Quando la gente è già disperata, forse la faccia ridente è meglio per loro; e quando si sentono troppo bene e troppo sicuri di essere protetti, forse è meglio allora che vedano la faccia piangente. E così penso che questo è lo scopo della cerimonia degli heyoka.
C'era un uomo chiamato Wachpanne (Povero) che per conto mio si occupò di questa cerimonia, perché aveva già fatto lo heyoka molte volte e ne sapeva tutto.
Prima disse a tutta la gente di radunarsi in circolo in una pianura vicino a Pine Ridge; nel centro, accanto a una tenda sacra che avevano alzata, mise una pentola d'acqua; per fare bollire quest'acqua ci buttavano dentro dei sassi roventi. Anzitutto, doveva fare un'offerta di erba aromatica all'ovest. Si sedette accanto al fuoco, con un poco d'erba aromatica nella mano, e disse: «Al giorno del Grande Spirito, a quel giorno diventato vecchio e saggio, farò un'offerta ).
Poi, mentre spargeva l'erba sul fuoco e il fumo aromatico si levava, cantò:
« Questo brucio come offerta. Guardatelo!
Una lode sacra faccio. Una lode sacra faccio.
Nazione mia, guardala con gentilezza! Il giorno del sole è stato la mia forza
Il cammino della luna sarà il mio mantello.
Una lode sacra faccio.
Una lode sacra faccio».
Poi bisognava uccidere il cane velocemente e senza fargli delle ferite, come uccide il lampo, perché il potere degli heyoka è quello del lampo. Sul fumo dell'erba aromatica venne tesa una corda di cuoio crudo per farla sacra. Poi due heyoka fecero un nodo scorsoio con la corda e lo misero al collo del cane.
Tre volte tirarono gentilmente la corda, uno di qua e l'altro di là, e la quarta volta diedero
uno strappo forte, rompendogli il collo. Poi Wachpanne strinò il cane e lo lavò bene; dopo gli tagliò via tutto, tranne la testa, la spina dorsale e la coda. Poi si allontanò dalla pentola, sei passi, uno per ciascuno dei Poteri, si voltò verso l'ovest, per offrire la testa e la spina agli esseri del tuono, poi verso il nord, l'est e il sud, poi verso lo Spirito in alto e verso la Madre Terra.
Dopo di che, sempre a sei passi di distanza, si voltò verso la pentola e disse: « In maniera sacra faccio bollire questo cane». Tre volte lo fece dondolare per aria, e la quarta volta lo gettò dentro in modo che cadesse di testa nell'acqua bollente. Poi prese il cuore del cane e fece col cuore quello che aveva già fatto con la testa e la spina dorsale.
Nel frattempo, trenta heyoka, uno per ogni giorno di una luna, facevano delle buffonerie tra la gente, per rallegrarla. Erano tutti vestiti e dipinti in un modo così buffo che chiunque li vedesse doveva ridere. Un Fianco e io eravamo pagliacci compagni. Avevamo tutto il corpo dipinto di rosso con strisce di lampo nero. Ci eravamo fatti radere i capelli della metà destra della testa, e portavamo lunghi i capelli della metà sinistra. Questo sembrava molto buffo, ma aveva un senso; perché quando guardavamo dalla parte verso la quale si guarda sempre (il sud), la parte rasata della testa rimaneva verso ovest, e ciò dimostrava che eravamo umili davanti agli esseri del tuono che ci avevano dato potere. Ognuno di noi portava un arco molto lungo, così lungo che nessuno poteva usarlo, e inoltre era tutto storto. Anche le frecce che portavamo erano molto lunghe e molto storte, e così sembrava una follia portarle.
Montavamo su cavalli sauri con strisce di lampo nero dappertutto, perché dovevamo rappresentare i due uomini della mia visione dei cani.
Wachpanne entrò nella tenda sacra, e cantò questo canto sugli heyoka:
« Questi sono sacri, questi sono sacri, essi hanno detto,
essi hanno detto questi sono sacri, essi hanno detto».
Dodici volte cantò questo, una per ciascuna delle lune. Dopo, mentre la pentola bolliva,- Un Fianco e io, a cavallo sui nostri sauri dipinti, ci rivolgemmo verso l'ovest e cantammo:
« In maniera sacra essi hanno mandato voci.
La metà dell'universo ha mandato voci.
In maniera sacra essi vi hanno mandato voci ».
Anche mentre cantavamo questo, gli heyoka facevano buffonate e provocavano le risate. Per esempio, due heyoka coi loro lunghi archi storti e le frecce dipinte in modo buffo, si avvicinavano a una piccola pozzanghera d'acqua. Facevano finta che fosse un fiume largo e profondo che essi dovevano attraversare;
così, con i gesti, ma senza dire nulla, decidevano prima di vedere quanto fosse profondo il fiume. Prendevano le loro lunghe frecce storte, e le immergevano nell'acqua, ma non di punta, bensì per lungo, in modo che tutta la freccia ne uscisse bagnata. Poi mettevano le frecce una sopra l'altra, verticalmente, e facevano vedere che l'acqua era profonda, anzi arrivava fin sopra la loro testa; e così si accingevano a nuotare.
Uno di loro si tuffava nella pozzanghera, a capofitto, e con la faccia nel fango si dibatteva follemente nell'acqua, come se stesse per annegare. Poi l'altro si tuffava anche lui, per salvare il suo compagno, e facevano molte altre cose buffe nell'acqua perché la gente ridesse.
Quando Un Fianco e io finimmo di cantare all'ovest, ci voltammo verso la pentola, dove bollivano il cuore e la testa del cane; Con frecce dalla punta molto aguzza, ci lanciammo al galoppo contro la pentola.
Dovevamo passarci accanto, e io prendere la testa con la mia freccia, e Un Fianco il cuore, perché rappresentavamo i due uomini che avevo visti nella visione. Fatto questo, tutti gli heyoka ci diedero la caccia, cercando di strapparci un pezzo di carne, e la gente si precipitò verso la pentola, per procurarsi un pezzo di quella carne sacra. Anche un pezzettino faceva molto bene, perché ormai c'era dentro il potere dell'ovest.
Era come dare alla gente una medicina, per farla più felice e più forte. Finita la cerimonia, tutti si sentivano molto meglio di prima, perché era stata una giornata di divertimento.
Ora erano tutti in grado di vedere, meglio di prima, come era verde il mondo, come era ampio il giorno sacro, i colori della terra, e di fissarsi queste cose nella mente.
I Sei Avi hanno messo in questo mondo molte cose, e tutte dovrebbero essere felici. Ogni piccola cosa è stata mandata con uno scopo, e in quella cosa ci dovrebbe essere la felicità e il potere di rendere felice. Come le erbe che si mostrano a vicenda i teneri visi, così dovremmo fare noi, perché questo fu il desiderio degli Avi del Mondo..

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